quante volte
crocefissa al legno
del dolore
ho travato in molti
il bieco cinismo
dell'indifferenza
e porte chiuse a catenaccio
alla mia richiesta
di disperato aiuto.
Poche sono le persone
che risposero al mio appello
sollevandomi dalle pene,
persone che ora
più che amici, considero fratelli.
Ma in quei momenti di tenebre
del mio venerdì santo,
con le braccia
inquartate sulla croce,
mentre sentivo
dileguarsi e sciogliersi
la vita nell'infinito dolore,
dall'alto della mia sofferenza
incontrai i tuoi occhi, mio Signore,
sentii le Tue forti
braccia schiodarmi dal legno
ed io, riflesso di Te, Cristo morente,
trovarmi accovacciata sul Tuo petto
ricevendo dalle Tue mani carezze d'amore,
le stesse che la pietosa Madre
a te, deposto dalla croce, fece.
Alitasti sul mio viso
nuova speranza
insegnandomi ad aver in Te fiducia
ed ora,
forte di Te, non ho
più paura.
Sopporto con dignità il mio dolore
e più non vado in cerca d'umano conforto,
perchè ci sei Tu mio Signore,
che sei il mio migliore amico,
mio fratello.