Dici di leggere Whitman,
sollevata davanti allo scaffale di libri
mentre il completo fasciante di velluto nero si ritira.
Gambe coperte da calze di seta che io gradisco nere.
Sensuale ostentazione.
Tu, profumo e spina di rosa,
ambivalenza di sentimenti,
irrealtà sognata,
sensazione ingenua della conquista della vittoria!
Un sapore animale ascende verso il risveglio della coscienza.
L'anima, la mente e la carne, attratte,
sono coinvolte in un movimento centripeto.
La tua immagine, plastica e sensibile,
mi rende vittima di un cedimento cerebrale.
Odo riproduzioni di sonorità balcaniche
ed è dolce il vagabondare dell'istinto.
Viso opale perfetto (Venere primigenia!),
bianchezza lattea,
cinabro ambrato delle fresche labbra muliebri.
Impossibile resistere.
Oh prosaicità delle parole!
Come una Vestale antica, dalla dedizione genuina,
mi fai vivere in apnea col tuo gioco tentacolare.
Inevitabile il ricongiungimento di corpi sensibili.
Uno rivolo d'acqua erompe dalla fenditura
tanto aperta che non si può richiudere!
Gusto il tuo tesoro, introvabile e prezioso.
Sei una primavera invadente.
Una cascata irrefrenabile di aromi di mare.
Fiore di concupiscenza.
Calda e marcata femminilità.
Stringo i seni fino a rinchiuderli fra le mani, mobilissime.
Pungo come un chiodo, acuminato,
nella più segreta stanza, foderata di porpora,
secretus locus.
Avverto un calore di cognac,
ti investo con ritmo frenetico,
ti dilati e ti contrai.
Si ergono i capezzoli,
il numero dei respiri frantumano il silenzio,
nel segreto della notte.
Plachi la tua cecità passionale.
Disinibita e convenzionale,
erotizzi situazioni estreme!
Labbra sanguigne, bastone rubeo.
Avanti e indietro, su e giù.
Vivo istanti di allucinazione.
Si spengono i canti,
gli occhi rivolti alla natura di lei,
fisica dello sguardo,
mi esortano all'avventura tra fiori,
forse fasulli,
ma nuovi e fragranti.
Amo vivere e morire da satiro!