Chiusa nel bozzolo della veste scura
con la paletta in mano stuzzicava il fuoco
e raccontava favole vere di un nobile passato,
tutto era proiettato nel mito come un sogno,
anche gli orrori dei briganti e della guerra
delle carestie e della peste, dell'ignoranza e della fam, e
tutto nobilitato e sanato, tutto in un piano superiore
ordinato da valori e regole indiscusse.
L'ieri era come un rifugio una corazza uno schermo
per non guardare innanzi oltre la siepe il muro del presente.
Il mondo le appariva disordinato si mescolava innanzi
come le nuvole di fumo del focolare che più non aspirava.
Non riusciva a decifrare ciò che accadeva intorno,
le stagioni, il vento, lo scrosciare della pioggia
e il porco stupido che quelli del passato faceva rimpiangere
e le galline avare che più uova non covavano sbadate e pigre.
Segnali contrastanti il ciel mostrava, cose nuove che sfidavano il suo Dio,
quella scatola da dove uscivano voci strane e rumori che chiamavano musica,
e giovani senza nerbo senza spina dorsale senza valori,
senza rispetto davano il Tu padri ormai proni
e donne senza gonna con pantaloni sconci
e gente dimentica della propria schiatta che si metteva a livello
pettuta innanzi ai loro padroni senza creanza.
La nonna era confusa aveva paura dell'ignoto
viveva in un mondo capovolto senza timore di Dio.
Poveri noi chi sa un giorno quale punizione ci attende!
Mormorava e viveva nel terrore di un castigo imminente
e per paura se ne stava rintanata come una formica nella tana.