Ai miei giorni e notti legato
accarezzando ogni minuto
dispersi in eterni ricordi
animati dal sapore d'antico
di polvere e mucchi d'ossa calcinate
nella brezza infuocata
di landa riarsa dal sole.
Senza apparente ragione
se non ricerca nel nulla silenzio
o intima inutile vittoria
nel guardare il cielo
dalla vetta di scalata montagna.
Mi ritrovo viandante
in questa terra lontana
smarrito nella stessa ricerca
chiusa nell'attimo concesso
troppo grande perché trovi risposta
ma sentita latente
nel battito del cuore.
Forse in battito d'ala
o sorriso di bimbo
nell'amplesso
nell'aurora
nell'amico lontano
timore di mamma
nel buio della notte
o stella dispersa
nell'infinito universo.
D'improvviso, inaspettato
smentendo la duna
come unica presenza
nell'aria pura come vergine vestale
diffuso dolce sensuale profumo
chiaro richiamo d'offerto amore.
Attratto come ape
dal fiore sbocciato
pensando; ricerca finita.
Ho trovato lui,
Baobab
l'albero più vecchio del mondo.
Maestoso, possente
anche se provato dal fato
vivo nell'amore che l'ha generato
nell'alto del ramo proteso al cielo
un unico fiore, dal petalo rosato
da li nasceva il suo richiamo d'amore.
Mentre il sole con tuffo improvviso
lasciava all'ombra
stendere mantello cosparso di stelle.
Cercando conforto, riparo
dal buio diffuso
scaturito d'anima che cela ogni cosa
abbraccio l'albero,
lui sa solo amare
senza chiedere perché.