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Per una cara amica
Ricordo, quel giorno, in cui la conobbi,
era bella
e la sua folgorante bellezza,
i miei occhi attirò su di lei, calamitandoli.
Imbarazzato, l'avvicinai,
cercando di tirar fuori dalle mie aride labbra,
rimaste per lungo tempo inattive,
parole di ammirazione,
per tale raggiante creatura.
Appena le fui vicino,
forse la vergogna,
la paura, l'emozione,
vinsero la mia tentazione.
Scoraggiato, lontano me ne andai,
con la mente immersa in mille pensieri diversi.
Al solo pensar di non essere riuscito ad avvicinarla,
il cuore ne soffriva e gli occhi mi lacrimavano,
l'avvilimento totale era ormai vicino;
na una forza misteriosa,
d'improvviso, la mia mente assalì
e a tentar si spinse ancora.
Così, vincendo il mio spirito,
inabissato ormai nella più tetra malinconia,
con quella sola forza,
sconosciuta oltretutto,
l'avvicinai.
Il mio cuor pareva il tam, tam di un tamburo,
la mia mente faticava, sudava a trovar
le parole adatte per affrontarla.
Ma quando m'avvicinai,
una cosa strana accadde.
La mia mente d'improvviso fu serena,
il mio corpo d'un tratto fu placido
ed io fino a quel momento emozionato,
con facilità trovai le parole adatte,
più sicure per dirgliele.
Fu un felice incontro,
quasi beato, direi
e con l'intelletto, mio alleato eterno,
cercai di coltivare quell'evento.
Pei giorni seguenti,
un'amicizia, come tante fu,
ma il mio cuor,
stanco ormai d'esser solo,
mi esortava a trovarla
per gemellarla.
Di questa proposta, felice ne fui
e così, di nuovo cercai d'avvicinarla;
ma, di propositi diversi da quelli vecchi,
la mia mente era invasa.
Erano più belli,
erano puri pensier d'amor
e il mio cuor con un palpito diverso
ad ognun di essi rispondeva.
Stavo quasi per raggiungerla,
tutto ansante, tutto tremante,
quando lei, intuendo, forse le intenzioni mie,
con il capo rivolto a terra e il passo accollato al muro,
seguitava senza neanche uno sguardo degnarmi,
che resuscitar mi avrebbe.
Poco più di un passo solcava i nostri tremanti cuori
e quando mì avvicinai, solo un trepido ciao,
uscì dalle sue carnose e tenere labbra
ed io in quel momento cruciale,
niente seppi rispondere o replicare a quel ciao fatale.
Con quel cruccio nel cuore,
lontano me ne andai
e invano cercai di riportar pace nell'offuscata mente.
Da quel giorno, amici siam rimasti e niente più,
forse perché, la mestizia da me subita,
nell'infanzia, ancor terrore o timor,
su di me incute.
Per non pensar o rimpiangere il passato buio,
sempre brioso, con tutti sono,
fino al momento, in cui un'intrepida fanciulla,
con il suo amor non comune,
d'una intensità ancora ignota,
riscatterà l'angosciosa infanzia mia.
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1 recensioni:
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- Una narrazione d'amore non corrisposto molto bella. Spesso purtroppo l'amicizia sfocia in amore ma non sempre questo amore viene corrisposto. Apprezzato il lessico ricercato ma dovresti utilizzare meno virgole e più punti che chiudano i periodi per dare alla lettura una cadenza più scorrevole. Spero di rileggerti presto un saluto e ancora complimenti!
- emozionante, sono descritte ottime immagini e peccato per il significato ben noto a tutti
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