ogni notte
la follia
scrive lettere
all'amato senza nome.
È come accendere
una candela, la cui fiamma,
fioca luce,
è sufficiente a riscaldare l'animo,
è filo d'Arianna, pur se esile,
ad indicar la via d'uscita
al cuore smarrito nel desolato labirinto.
Ma l'alba sorge troppo in fretta
e sfuma l'inchiostro delle parole.
La realtà è quel soffio
che fa piegare e spegnere la fiamma
portando con se il sogno.
A me rimane
l'immagine della solitudine
riflessa in uno specchio
che vorrei frantumare
e lanciare i suoi pezzi nell'universo
per mai più incontrarla.