Come fatta di cera
la maschera s'è sciolta
al caldo attrito della vita
che al vero volto tuo
ha tolto l'inganno
dell'apparire doppio
e inconsistente.
Non assomiglia certo a un volo
questo tuo muoverti ingordo
che rende anche il razzolare
di un tacchino, dal culo spiumato,
una languida danza del cigno.
Ti è stato di vantaggio
nascere senza coscienza
trenta denari hai avuto dalla vita
in cambio di tutta
una vuota esistenza.
E con le unghie edotte
a procurare il male
graffi l'altrui pazienza
che l'urto dell'afrore tuo
sa compatire e sopportare,
turandosi anche un poco il naso,
non mancherà comunque il giorno
che strideranno invano
le unghie spezzate
contro la pietra dura
della cloaca nera
che ti sarà giusta dimora
e prima di quel giorno
meta del tuo freddo domani
mi chiederò, sorpreso:
chi sarai mai stata?
forse t'ho mai incontrata?