Prospettive irreali
io scorgo con la coda dell'occhio
camminando nel parco,
freddo e solo.
Niente assume la sua naturale
postura
e tutto è immobile nella mia mente.
Io non conosco ciò che vedo:
un ombrello umano e nero
lontano mi osserva, immenso
e ideale.
Sono distante da tutto,
tutto si allontana e
s'espande, mi sovrasta,
tutto è immenso
e io sono nulla,
in questa solitudine di vetro.
Cammino, e sento
il Niente che m'attraversa,
e ho freddo.
La calma interiore mi culla
nella notte blu e nera.
Il brivido del sentirsi
insignificante
mi elettrizza il corpo e la mente.
Osservo il corpo imponente, sperduto,
lontano...
... di un cipresso.
Chilometri in altezza,
foglie grigie,
ondeggiano ad un vento
che non avverto.
Tutto è ideale e monumentale,
e io sono estraneo, lontano.
Sono un atomo cosciente
che scruta l'immenso.
Il cielo s'illumina,
tutto è bianco,
il cipresso, nero,
ondeggia nel silenzio
che tutto annulla.
Paura.