Pareti in vetro
esplodono al peso dell'ostile realtà .
L'esperienza nemica non culla il dolore.
Si decompone nel petto il ricordo del NOI.
L'inganno di un lieto vivere,
forgiato da macchinose menzogne
che narro a me stesso
con il fine ultimo di proseguire il percorso.
Mi avvito e riavvito
in un moto che uccide.
E l'anima nuda, non ha più riflesso.
E non serve pregare,
le mani private d'amore
peccano, creando dolore,
cedendo alla gente il diritto
d'avere libero accesso al mio intimo,
di calunniare, di screditare.
Il genio perde concentrazione,
Il pensiero forato da rovi e spine
si siede lontano e mi osserva.
Perdura l'insanabile male che ho dentro.
Ferite di lame tagliano il battito
Rendendomi lucido
Consumo quel cieco bisogno d'amare
Riempiendomi d'inesistenza.