ho reso
al mare le stelle marine
arenate sulla battigia
ripulito la spiaggia
da tutto ciò
che la furia della
tempesta ha rigettato.
Con solerzia
soffrendo l'arsura
ho aggiustato le falle
dello scafo,
di notte
seduta sugli scogli
ho teso l'amo
ai pesci della luna
e nel silenzio d'argento
ho imparato il linguaggio
del vento ed il canto
dei gabbiani.
Presto la mia nave
lascerà il porto ed il molo
degno appena di uno sguardo.
Leggera,
spianerò le arcuate spalle
ed agile guadagnerò il pennone
più alto
per respirare aria nuova.
Non ho rotte da seguire
nè l'avventura mi sospinge
ed ogni lido sarà buono
per ricominciare
purchè vi siano un albero
e una fonte.
Grani di sale
terrò preziosi
a dar sapore alla mia vita.
Altra culla ricerco
e nuovo idioma
in pensieri di pace.