Sereno inclini a destra,
ameno e docile a sinistra
lambendo briglie,
radici d’elci,
tenere canne,
umili conchiglie,
le mura dei portali ora
e pareti dei canali ancora.
Nulla dici,
la nebbia ti confonde e taci,
il gelo ti fa vetro l’onde
ma vengono gli amanti
alle tue sponde.
Anche il mio fuoco
a cercar il fresco delle brezze
e delle labbra il bacio
adagiato sulla flora scorgesti.
Carpisti l’attimo fugace
di tenerezze calde
sul seno ignudo,
colloqui rari sulla bionda chioma
ebbrezze sconosciute.
Ora esultano l’onde
al guardo che si perde,
rispecchiando il sole.
Il raggio della luna
è cuna alla città di luci che mai riposa.
Adige verde
ecco una rosa
a te che pace doni
e la speranze induci.
(1964)