ho lanciato un sasso nello stagno
poi ancora uno
e altri
ne lanciai ancora
ma sempre uguali
surreali fronti d'onda
- quadrati -
s'allontanarono ritmici
dal centro
verso improbabili periferie
oltre quel confine
dell'umana ragione
si persero
nell'antro di trofonio
deluse aspettative
accavallandosi
tornarono indietro
per l'ingiustizia stoica
ch'è maschera del saggio
rimasi incredulo
e annegai
nel disgusto della distanza
- tra il bene e il male -
che chiude gli occhi
alla follia