Se saremo Capaci.
di non lasciare avvinti alla ragnatela,
di un oblio che scotta la pelle della storia,
i cadaveri d'amore e giustizia,
che furono inghiottiti a Capaci,
dal verme putrido e folle di una Cosa non nostra,
se saremo Capaci,
di prendere per mano l'uomo invisibile del quotidiano,
per udire la voce di Giovanni, Francesca,
Antonio, Rocco, Vito
pronta a vestirsi di carezza di coraggio,
perchè l'Italia migliore e più fulgida,
esca dal cono d'ombra del miraggio;
se saremo Capaci,
di parlare davvero
con gli sguardi di chi per noi è perito,
perchè il loro ricordo divenga bagliore di presente,
e ci porti a far emergere
scogli di incontaminato, inviolabile amore,
da quel mare color tempesta e ricerca
che si chiama cuore;
allora Giovanni e Paolo ritorneranno,
i loro giorni ai nostri si avvinceranno,
per scorgersi matite infrangibili,
che disegneranno una nuova primavera;
perchè l'uomo vero non saprà mai morire,
se porterà dentro le impronte d'ogni uomo
nel senso celestiale del suo agire.