Tu che dovevi camminare su tappeti d’oro
e calpestare grano senza provocare morte,
tu che regnando avresti reso la sapienza,
tu…
A piedi nudi sulla sera
cadesti senza far rumore.
So che la verità ti sfiora giorno e notte,
piano piano…
Macchiarono di sangue la tua pelle pura e casta
bagnando di dolore l’uomo ch’eri divenuto,
ma quando tu piangesti mi domando,
le lacrime del cielo,
del tuo spirituale Padre,
ti scaldarono le carni?
o fu come bagnare pane bianco in vino sporco?
La gente non vedeva
il fuoco freddo nei tuoi occhi
e questa cecità smarrì nei loro cuori il sangue.
Lo sguardo di una donna ha raccontato ciò che fosti,
perduto tra le piaghe di un’umanità severa:
il guardo d’una madre…
lei sapeva solo questo:
un frutto che dormiva tra le spoglie del suo fiore.
Io credo di capire il perché del tuo cammino,
l’incoscienza e la veggenza nel tuo animo bambino,
delle veritiere frasi dette ad uomini di storia:
tu dovevi percepire insieme all’universo intero
quanto l’uomo della terra sia banale triste e solo.