Ho visto lacrime
miste a stupore e collera...
in occhi di giovinezza
appena abbozzata.
E udito urla di sdegno
all'offesa incontrata
nel cammino dei sogni
appena attecchiti
di sguardi oltre...
No, non è mai concesso
far piangere così ragazzi,
di paura e già di rimpianti.
No, non sia infetto da timori
quel percorso di desideri
confidati uni agli altri,
cullati tra musica e risate,
tra primi sguardi innamorati,
e passeggiate e scoperte di tramonti,
e preludi d'albe a maturare
speme vitali nei respiri
solo di essi rinnovanti.
Ho percepito dilanianti
dubbi, anche nella spensierata virtù
di quella dimora che è culto
d'intelletti formanti,
luogo sacro come chiesa
che non ha frastuoni
nelle preghiere sussurrate.
E manca disperatamente ora
il volto sereno conosciuto,
gli occhi suoi brillanti,
il suo essere stata presenza indispensabile,
in ognuno di quei ragazzi
che non dovevano mai piangere
di quell'oltraggio folle
e privante, in un mattino irreale,
della visione di una promessa felicità
ancora da forgiare guardando, insieme,
fiduciosi l'orizzonte.