Puntai i piedi per terra
e gli occhi verso una stella che non c'era.
Sopra di me, nuvole d'un avorio vivo e intenso,
cariche dell'ennesima tempesta;
dentro di me, violini che suonavano
una sinfonia che sapeva di bufera.
Ed in fondo non era altro
che l'ennesima armonia dell'orchestra.
Vagano imperiture le nuvole nella volta celeste,
Guardiani della terra,
Giganti del Cielo.
Vagano a tentoni gli uomini nella brulla penombra,
Titani del Nulla.