Passo, nel tempo che ho fatto mio,
sono un segmento invisibile
nel database dell'universo.
M'affretto ad inventar la vita
dentro i giorni costruiti
per contemplare!
La terra piange forse, sul mio dire,
lei ch'è piena di ricordi intorno all'aia,
bagnata di sudore, vestita di danze la sera.
Viaggia la forza nelle vene, voglio migliorare!
Volti bruciati dal sole sono d'abbellire!
Nei campi, il duro lavoro va svanendo
ora, le serre vi dimora sul mio fare.
Sopra i colli, pannelli stesi al sole
quasi fosse, pregiata biancheria d'asciugare.
Appesi al cielo, i cavi, trasportano l'energia.
Sparse, tra le pianure, scatole di cemento
l'industria fa crescere l'economia!
Sul maggese, preparato per il seme,
focolai ardenti di dolore ho piantato
senza rispetto, del grembo che mi ha nutrito.
Più non m'appartiene il sapore della cena,
scende il nutrimento nelle viscere
sale l'allergia, anche al pane.
M'accorgo che il tempo resta ma io vado,
mi volto, più non trovo dentro al cuore
quel sorriso dolce che sa regalar l'Amore.
A vivere fin qui, il Signore, mi ha mandato
per condividere i beni, la terra ed il creato
se voglio, posso farlo in armonia gioiosa
che tutti siamo qui per lo stesso fine;
usare l'estro, liberare l'alma dall'egoismo
e ritornare al cielo, semplicemente purificati!