Ed il mondo gira ancora;
corre via con la solita fretta;
scalzo,
deciso.
È contrito forse,
addolorato,
sinceramente pentito magari,
ma và senza lasciarsi tentare,
con una punta di vergogna
ma senza rallentare.
Di continuo, io non posso,
calpestare persone e desideri,
rimpianti ed inutili vittorie.
Spade di sabbia si incastrano
tra gli ingranaggi del tramonto.
Mi fermo e riparto.
Sono il singhiozzo di un ubriaco!
In questa notte senza pace
sul prato, vaghi,
a rincorrere i ricordi,
come scariche lucciole abbandonate in tangenziale;
a guardare la mia stessa Luna d'inchiostro,
a cercare ossi di pesca per leggere la fortuna.
Le mie parole saranno archi dorati
per portarti da me.
Ti rigiri in un sonno di caucciù
con le labbra tremolanti di un canto senza voce.
Ti bacio e scivolo nel tuo respiro
lungo la piega dell'orizzonte,
sulla gobba di questi giorni.
Come polvere nei cassetti
sei leggera,
impalpabile,
nuda.
Invisibile, il cielo,
si tinge del tuo colore
e del profumo dei tuoi sogni.
Dalla ringhiera delle ciglia umide
cado nella fiamma verde dei tuoi occhi,
un fuoco gelido,
brucia come lava raccolta dal petto della terra,
mi consuma;
e cenere ballo col vento
a rincorrere il limitare del tuo sorriso
per posarmi tra i cassetti dove tenero
si affanna il tuo cuore.