Gli anni
una trappola velenosa ci tesero,
in una ragnatela rattrappita di vento;
il volto un fedele soldato,
pronto a marciare al ritmo incandescente,
di una gioventù feconda,
che chiedeva ai nostri passi ancora acerbi,
la missione scintillante dell'esplorarla.
No,
dietro quel muro traditore,
che scelse di respingere impietoso,
i raggi promananti
dalle nostre adolescenziali tenerezze,
giace la potenzialità abbandonata,
di quanto non vedemmo.
Restiamo foto ingiallite,
impronte non compiute di vite umane,
imprigionate dall'urlo fetido,
dei misteri racchiusi nelle mura vaticane.
Siamo sedute sulla nuvola di una verità,
che chiede di potersi distendere
sulla pelle di una storia che la esige,
sulle tracce di timido rossetto,
steso a carezza sulle labbra,
di due ragazze normali
che la normalità scelse di gettare dal treno
di un'esistenza appagante.
Siamo Mirella ed Emanuela,
abbiamo la porta aperta per la voce,
che finalmente ci spiegherà,
chi abbia imbrattato la nostra tela,
che chiedeva di rivelare i suoi colori,
dei nostri giorni,
teneri, innocenti,
ignobilmente violentati fiori.