Quali lacrime,
quale sofferenza,
quale afflizione...
Immersa in un mare di dolore
nulla mi tocca,
niente mi oltrepassa,
niente supera la barriera
che si eregge a protezione
della mia anima barricata
dietro una ferrea corazza
nulla entra e niente esce
tutto rimane racchiuso o escluso.
Io che sto dentro non piango e non sento
non c'è freddo o caldo che possa turbarmi
isolata nel silenzio,
nel vuoto senza forma
non trapela la voce ne in sussurro ne in grido
io racchiusa nel mio io
tassello dopo tassello ho eretto la mia fortezza
nessun dolore potrà espugnarla...
Io che sono rimasta fuori
ho trovato le porte sbarrate
busso,
picchio,
grido,
impreco,
parole che rimbalzano contro il muro di gomma
prendono forza e a me ritornano colpendomi,
allora vorrei piangere,
sentire quel dolore
che risucchia ogni forza,
portando alla disperazione
vorrei sentire il rumore e l'eco delle voci
che frastuonino nella mia testa
invadano il cuore maciullandolo
vorrei abbandonarmi tra braccia che mi consolino
sentirne il calore come fuoco che riscaldi e ristori
la sete di tranquillità che già mi tortura...
Invece si è richiusa sola e sostenuta
non mi sente non mi vuole
prende tutte le situazioni fredda impassibile
non cede, neppure una lacrima una parvenza di dolore
raccoglie sulle spalle di roccia vestite
tutti i pesi senza fiatare,
schiava dei suoi doveri
sorda e cieca,
poche parole essenziali
calme quasi disarmanti,
consolanti,
sminuenti,
tranquillizzanti,
materne,
protettive.
...
Apri lasciami piangere
Apri e fammi gridare!
Apri e fammi sentire!
Fammi fluire le lacrime
lascia uscire ogni mio dolore
lascia cadere ogni roccia di questo muro
lasciami entrare
fatti abbracciare e piangeremo insieme
ogni lacrima che ci fa male.