Si assaporano
come piccoli, seducenti fonemi,
ruscelli di storia incastonata,
tra maestose, compiute
salsedini tirreniche;
Tirreni,
fierezza di un mare oltre il mare,
aroma sfuggentemente arlecchinesco,
di una civiltà
che disegna sul cuore della storia,
la missione di esplorarla,
nella sua luccicante inesplorabilità;
estasi etrusca,
che ribolle delle tracce della vita eterna,
di quel viaggiare oltre il viaggio,
che sintonizza su un unico,
inestirpabile,
sinfonico fruscio,
l'universo cristiano,
e la sfera del paganesimo;
tombe che si rinnegano da tombe,
a tholos o a ipogeo,
per farsi custodi orgogliose,
di un'anima che prosegue il suo tragitto,
non grigi sepolcri,
ma idee avvolgenti
di dimore adorne di respiri;
amico mio,
afferra quest'etrusca mano,
perchè ti possa rivelare gli splendori,
della tomba Regolini-Galassi;
c'è una strada
che interseca mille differenti strade,
da Cerveteri a Volterra,
da Vetulonia a Populonia,
vi scorgerai le gocce,
di una vita sotterranea
che si è addestrata a riconoscersi volo;
suppellettili, specchi,
statue,
tutto ti parlerà di me,
perchè io dimoro per sempre in te;
saprò allora riscaldarti
con il diacronico pensiero,
che nulla di te passa,
perchè l'uomo appreso ha ad ascoltare,
la sua vita che gorgheggia
in immutata seduzione
e si fa daga lucente e invincibile
contro le vacue insidie
dell'estinzione corporale.