Ai tanti sguardi amati
d'uomini e di donne
dissolti dentro il tempo;
Agli amori sepolti
dentro un: "non ricordo!"
A te che mi hai lasciato
a me che ti ho scordato
ed è stato meglio;
Agli occhi languidi del cane
morto tra le mani;
Al Corso di Sulmona
al suo su e giù lungo il selciato,
a Milano da bere, a Roma matrona,
al tempo che v'ho sciupato;
Alle mie buone intenzioni,
al Sole che le ha accese
notte indifferente che,
nel buio, le hai spente;
Al caso che ha ordito senza posa
strappando tutti i petali alla rosa
delle mie più care attese;
Ai torti subiti, recenti o assopiti;
Alle bestemmie vane;
Al tempo bigio degli stenti;
Ai soldi che mai sono bastati
e indugiano tuttora impenitenti;
Alle parole giuste
che non ho pronunciato
se non quand'erano sprecate;
A quello che non ho capito;
Alle occasioni perdute,
per un solo momento
ed è per sempre;
A quel che rimpiango,
la notte, con il pianto;
Alla vita mangiata dall'attesa;
Alle mie paure;
A quella fitta al fianco
che penso non sia niente
e insidia la mia mente;
Alla morte accanita
che trovata la strada
torna ricorrente;
Alla morte che dice: "per me,
ricorda, tu non sei niente";
A ciò che ho sognato
ho perso e non ho avuto;
Al bene che ho voluto
e non ho dimostrato;
A te che aspetto invano
e non ti scorgo in niente;
A quello che così è andato
e non poteva essere altrimenti;
A tutto questo dico,
respiro su respiro:
io sono qui!
mai vi dirò che sono stanco.