Sul quadrante opaco dei miei occhi
lancette trasognate e beffarde
divorano ore
minuti e nuove rughe
di giorni anonimi
e stelle sconosciute
Una incisione praticata al mio cuore
racchiude come tasca
teneri e atroci ricordi
suturata poi coi nuovi domani
e fili di speranze in fila appesi
Ripenso ancora
a umide sere
urlanti di gioia alla luna
lattiginosa ammaliatrice silente
protettrice e madre d'abbandoni
Ansimo ancora
al memento dell'abbaglio
di giorni febbrili
che ora tacciono sul fondo
del mio oceano di scorie insipide
di un anemico
presunto oggi
Con mani bianche
tengo in su il mio abito rosso
che non si bagnino i suoi lembi
nei miei pensieri d'acqua
pioggia di giugno sulla terra tremante
inspiro l'aria e annuvolo
la terra