ero ragazzo e nel posto più triste passavo
volutamente mi soffermavo per un doveroso saluto
ponendo in modo discreto l'intimo fiore di cuor
racchiuso in doverosa preghier
vedevo una croce di legno tarlato
che regge un elmetto bucato
per ricordo d'Eroi del suolo di terra natio
pensavo che fu il sacrificio più estremo
per mari per cieli e per terra
di battaglie che lasciaron un triste destin
a noi tutti rimane che deferir un gesto d'amor
per indirizzare la fervida preghiera
di ringraziamento per la vita immolata
pensando agli Eroi caduti
memoria facevo del loro supremo olocausto
nel ricordo perenne di glorie
in silenziosi atroci dolor
qual'è il tuo nome soldato che sei posto quaggiù
sotto il solco di terra ripieno
di fresca erbetta che fiori non ha
tu non hai nome ma racchiudi in te
una croce tarlata di simbolo sacro
di mille e più nomi che nessuno saprà
passando in quel campo dai solci profondi
pensavo a resti mortal d'ogni soldato
che ha immolato la giovane vita per un giusto dover
quel giorno il mio riverente pensier andò
alle giovani spose e alle madri piangenti
che non videro tornar i propri cari
perché il cuor fu trafitto dal grande dolor
elmetto bucato che sormonti la croce tarlata
rimani immobile al sole cocente ed al freddo pungente
ed il vento ruggente ne soffia il pensiero
di tutti gli Eroi che hanno donato
con l'estremo gesto d'amor la libertà in terra natia.