Gocce fredde di lacrime salate pendevano
dagli occhi di quei ragazzi che come altri
se ne stavano ammassati in'unica stanza non ammobiliata
contorcendosi sotto al muro del pianto.
Che nell'inferno d'oblio racchiuso
nel casermone desolato vicino alla ferrovia
si perdevano tra i binari dei ricordi
di un compagno a loro caro in dissolvenza.
Nel nome di un ragazzo sbranato dal cane rabbioso
che muore nella notte tra cocci di vetro in frantumi
sulla strada che porta al sole nascente
o nel nome di un ragazzo che spenzolava
il proprio corpo esamine giù
da un rigido tronco d'albero
per donne sbattute una sola volta soltanto
nel sedile posteriore di un'auto
avvolti da una notte vergine di stelle vergini
o nel nome di un ragazzo
suonatore di chitarra piangente che
si falciava di netto le corde violacee
del proprio braccio
in vasche stracolme d'alcools
o nei nomi di altri ragazzi
mangiati vivi dal depressivo insetto
che volavan giù dai cavalcavia convinti
di poter afferrare una stella con un dito.
E quelle gocce fredde di lacrime salate
pendono tutt'ora dagli occhi di quei ragazzi che
come altri se ne stanno ancora ammassati
in'unica stanza non ammobiliata
contorcendosi sotto al muro del pianto
Che nell'inferno d'oblio racchiuso
nel casermone desolato vicino alla ferrovia
continuano a perdersi tra binari dei ricordi
di un compagno a loro caro
ma sempre più in dissolvenza.