Dipinto...
Avrei trascorso giorni densi..
L'estate si avvicinava, sorridenti girasoli guardavano verso la quieta azzurrità.
l'eterno e nodoso tronco d'un glicine, pareva riposare su antiche pareti..
mura dipinte, in sfumature blu lillà, penetrante immagine che scolpi il cuore.
Pallide rose profumarono di malinconiche voci remote;e mani delicate seppero prendersi cura della loro bellezza.
Poi..
Resto muto il tempo, in quel luogo sconosciuto, al quale mi avvicinai con la curiosità d'un bambino..
Occhi attenti scrutavano l'intensità dei colori, che i baci del sole illuminavano con cura ogni particolare.
Sì fu luce!
Si diffuse su mura di pietra, Giocosa dipinse le tegole rosse, per poi posarsi verso finestre di legno verde.
Da quei vetri tende color cremisi coprivano l'intimità di quella casa.. e l'immaginazione spaziava.. una vita semplice che mi fece sentir esser il mio nido.
Il silenzio m'avvolse rispettoso, così come l'incanto, l'estate era li, e li i miei interi giorni.
Sulla soglia di quell'arco in rosse pietre di porfido, vi era un bianco vialetto e avanzavo lentamente, scrutai il verde prato e nel contempo il mio spirito iniziava esalare profumo di menta bagnata di fresca rugiada.
Una panchina in quel prato di pensieri che ben presto avrei riordinato.. ben presto avrei fatto chiarezza, in quegli intrecci nodosi, in spire dolorose.. in travagli ingarbugliati del'essere introversa.
Poi.. un pergolato d'uva dal quale sarebbero penzolati frutti genuini, e succosi. Il nettare rinfrancherà il corpo stanco in notti argentee di luna, che avrei condiviso fra letture e musica.. fra amichevole solitudine, alla quale mi arresi, tu mio rifugio.. Mi ridesti dall'illusione.