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Davanti alla mia povertà, m'arrendo

Che angoscia e che rabbia il donarsi, senza
che il beneficiato ne conservi la
memoria. Si arriva fino al rimorso
per aver compiuto il dovere proprio.
Mia madre dell'irriconoscenza se
ne doleva assai, ora il Buon Dio m'affida
una croce che portare non voglio.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 19/06/2012 06:58
    "una croce che portare non voglio"...
    E non sperare in un Cireneo... di questi tempi l'altruismo proprio non decolla...
    Scorrerlo ho pensato alla mia... di croce... ed ho creduto al toccante del Tuo verseggio...
    CIAO FABIO... BUONA GIORNATA

12 commenti:

  • Anonimo il 20/06/2012 18:02
    Non so perchè non sia apparso il mio nome nel commento che, citando Shakespeare, si riferisce alla misericordia. L'anonima sono io:Enza, all'anagrafe Vincenza. ciao
  • Grazia Denaro il 20/06/2012 10:09
    L'irriconosenza a volte fa rimanere male o anche arrabbiare, ma se noi facciamo qualcosa è perché lo sentiamo e quindi a prescindere se riceviamo gratitudine o meno, dobbiamo essere contenti di ciò che abbiamo fatto, perché sentivamo di farlo.
  • Fabio Mancini il 19/06/2012 21:44
    Ciao, Nicola. Anche tu hai espresso un pensiero profondo e inconfutabile. Pensa che la molla del mio agire non è quella del dare, ma il timore di restare nell'ignoranza. E con tutto ciò, so di esserlo nel mio profondo. Solo Dio può illuminare le mie tenebre. Un saluto gentile, Fabio.
  • Fabio Mancini il 19/06/2012 21:39
    Grazie, Anonimo/a. In realtà quello che ho fatto per mia madre è stato molto poco, ma anche se avessi fatto di più, sarebbe sempre molto poco. Sapientemente dotto il tuo riferimento sulla Misericordia. Un saluto gentile, Fabio.
  • Fabio Mancini il 19/06/2012 21:33
    Ciao, Vincenzo. Condivido il tuo pensiero, però sai che quando c'è di mezzo il cuore... Un saluto gentile, Fabio.
  • Nicola Saracino il 19/06/2012 17:30
    Abbiamo ciò che diamo. Anzi, abbiamo solo ciò che diamo, perché nel dare e solo nel dare è la prova inconfutabile dell'esistere di ciò che viene dato. Così, siamo quello che abbiamo solo quando lo diamo. Siamo, e restiamo, eternamente, solo se ci doniamo. "Lieve è il mio peso", disse l'Uomo a chi sente croci pesanti sulla groppa. E non ne individua l'origine.
  • Anonimo il 19/06/2012 17:11
    Shakespeare, nel Mercante di Venezia, sul senso della pietà dice:
    "La qualità della misericordia non è forzata.
    Cade giù come la pioggia gentile dal cielo
    sul posto sottostante. E'due volte benedetta:
    Benedice colui che la dà e colui che la riceve". Penso che tua madre inconsciamente senta tutto ciò che fai per lei. Un saluto affettuoso
  • Vincenzo Capitanucci il 19/06/2012 09:14
    Il dono non aspetta una moneta di scambio... questa è la nostra croce... e la nostra povertà... di spirito...
    Molto sentita Fabio... non attaccatevi al frutto delle vostre azioni...

    se no diventa solo un prestarsi...
  • Fabio Mancini il 19/06/2012 08:13
    Tra i vostri pensieri e citazioni, mi fa piacere essere compreso. Buona giornata a tutti! Fabio.
  • Anonimo il 19/06/2012 05:31
    parole sentite caro amico e ben espresse...
    bellissimi i commenti... bravo fabio un bacio gentile
  • loretta margherita citarei il 19/06/2012 05:10
    nolente o volente la croce si deve portare, prima la si accetta prima ci si sente sollevati dal suo peso, ciao fratellone
  • Ellebi il 19/06/2012 00:51
    Credo che l'irriconoscenza sia una delle cose più comuni, tutti in qualche maniera ne hanno fatto esperienza. Borges in proposito dice questo: Che la luce di una lampada si accenda, anche se nessun uomo la vede. La vedrà Dio.

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