Lentamente, come un'immagine in dissolvenza
svanisce il film di una storia immaginata.
Lentamente si cancellano con pietre acuminate
le parole incise su lastre di vetro trasparente.
Appena sbuffi impercettibili di brezza marina
arrivano ora a dare sollievo a giorni di calura.
Eppure ardeva il fuoco nei giorni freddi dell'inverno,
quando bastava una parola ad accendere fiamme
e dare brividi di gioia alla nostra pelle infreddolita.
È arrivata ancora un'altra estate a scandire
il mio tempo e le mie ore, a blandire con raggi
acuminati ricordi sopiti nella mente.
Eppure tu non svanirai come neve al
tepore di un timido sole, non sparirai lassù
tra le nuvole come un aquilone sfuggito
dalle mani inesperte di un bambino.
Rimarrai con la tua giovane presenza
e il tuo dolce saluto quotidiano
a dare forza ed energia al mio cuore
ormai fiaccato da ferite e delusioni.
Sono stanco e vorrei addormentarmi sotto il sole,
lasciando che i caldi raggi penetrino nelle mie ossa
mentre la pelle si arrossa e si scurisce
e la testa si svuota di ogni resto di pensiero
e di ogni ricordo di volti, cose ed illusioni.
Andrò via, partirò per raggiungere posti non umani
e tu resterai ad aspettare altre estati, a leggere altre parole,
ad ascoltare altre voci nel caldo tepore del tuo letto;
forse ti ricorderai di una voce che ti accompagnava nel buio
della notte o di dolci frasi incastonate come gemme in un diadema;
e, come d'incanto, in un freddo giorno di un lungo inverno
riaprirai un vecchio diario per leggere frasi calde senza tempo
e rivedrai lontane foto di un uomo senza luogo e senza età
che rincorreva in ogni angolo sperduto di un mondo travagliato
istanti di felicità da dare in pasto al suo cuore affamato di carezze.