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Ridere

Ho spalancato il mugolio sotteso,
contagiandolo di follia,
di ignara e amara allegria,
di un consapevole sorriso.
Una malattia per sopravvivere,
per non cedere, pur tra i
tanti nomi della sorte.

Ridere di cosa?

Del normale oppure della norma,
fate voi, o cori stonati,
perché non conosco differenza
tra le varie morti della Volontà.

Io sono occupata a ridere.

Di quel niente che ci assorda,
di quella immobile e agghiacciante
angoscia, di quel silenzio spigoloso
e violento, dall'ombra schiva e
solitaria, dove una parola sola e
una sola idea possono partorire
menti pensanti e sterili.

 

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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Antonio Vista il 23/03/2016 14:06
    Versi piacevoli che nascondono un lato sarcastico.
  • Rocco Michele LETTINI il 29/06/2012 18:16
    Sensato verseggio...
    LA MIA LODE... CIAO LUANA

3 commenti:

  • Anonimo il 30/06/2012 14:10
    Ottima... mi ha ricordato vagamente "Il nome della rosa" di Eco...
  • Anonimo il 29/06/2012 19:26
    Poesia dagli echi schopenhaueriani, con una chiusa notevole, perchè spesso si riscontra che la sterilità ideale dipenda da una prospettiva univoca.
  • loretta margherita citarei il 29/06/2012 17:36
    molto originale apprezzatissima

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