Di rimando affievolisco il moto
dove lacustre ombra mi costeggia
mentre ti sfioro il fianco
e il passo arresto.
Perle di umido vapore
avvincono la pelle
e rotolanti sui canneti
piombano tra i rovi.
Perdo il tuo profilo
tra la luce e il cielo
dove m'assale dell'assenza il peso
che genuflessa canta la mia prece.
Cadono improvvise le trame della sera
dove stanchezza posa braccia d'illusione
e si fa nuda la mestizia dentro,
come se l'eco diventasse pianto.