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Ancella

Sgomenta sta l'ancella,
del maschio il turgido fallo
s'addentra tra le pliche
che la mente invoglia
e si fa radice tra umide terre incolte,
che andranno a nutrire il dondolio dei corpi.
Orsù dunque, sussurra,
immolami sull'ara di sconfinato eretico momento,
col diabolico sugellare d'ampolla calda
che sfinimento adduce orgasmico sudore,
dove la pelle è di oleoso aroma.
Uomo conducimi altrove
con ali nere di angelo caduto
sull'ara fredda d'invisa colpa
che come sciabola di fiamma
percuote i fianchi
e di ferite tronche,
sparge umus di bosco.
Mi sembra di sentir d'un fiume lo sciabordio,
che nel suo letto scorre d'argentino flusso
come se il rio fosse l'eco d'un amplesso
e di adornato membro d'un fiore rosso.

 

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