Nostro fumoso tempo di città.
Nel lavorio del giorno
lo sbattere dei tappeti alle finestre
con colpi secchi a scuotere i cortili.
Seduto sulla panchina a gambe larghe
assorto il volto sfatto di un barbone.
La pioggia ha levato il suo vapore
dall'arsura d'asfalto e della polvere.
Foglie, cartacce e vecchi capitomboli
s'aggrovigliano nel vento di ristoro.
Da un'ora t'aspetto per questo appuntamento
m'appoggio al muro, nel mio abito di garza,
mi trafigge un geraneo caduto dal balcone
e nel piccolo petalo che rimane
mi appare cosa avvenuta, che non verrai.