Quando la siesta soverchiava il giorno
e per le strade sonnecchiava il sole
per un'oretta il borgo si arrestava
e del paese il corso s'incantava.
Un corso stretto, con le case in pietra,
poco selciato e qualche pollo a spasso.
In quel silenzio dal profumo antico
soltanto un passo, un risuonare amico.
Il vario avanzar di suoni e di gorgheggi,
l'echeggiar di trilli ornato e modulato,
la soave sequenza come d'un vibrato:
dell'usignolo il canto vellutato.
Era lui, che solitario passeggiava
e col fischiare amato ricreava,
fedele voce e verso d'ogni uccello,
raro e solo signore di quel dono,
era un colono, si chiamava Aniello.