Ci è compagno ardente,
come il comporsi lento e accorato,
di un intarsio di preghiera,
questo maneggiare
con dita di emozioni fertili,
frammenti di codici e libelli,
amare,
per noi,
è l'essenza del conservare,
scavare nella terra vergine e alleata del tempo,
l'onda di un eterno latinorum
e regalare al sole
di un futuro di cui non intercetteremo il volto,
le vette incontaminate,
dell'ancestrale, ribollente
grecità filosofica e omerica;
nei nostri conventi,
la campana è orfana,
del lugubre rintocco della solitudine,
siamo avvinti alla storia,
in pagine che frusciano di saggezza,
che affidiamo al calesse scalpitante,
dei nostri fedeli calamai.
Scorgerai,
nello scantinato maleodorante
di qualche biblioteca
un po' appassita dalla storia
e graffiata da gnomi di umidità,
l'essenza sofferta del nostro sforzo,
di servirti piatti prelibati di storia,
come attenti e scrupolosi camerieri,
intenti ad imbandire
la tavola della tua anima
che anela a sentire per sempre
la voce inconfondibile della cultura.