Folata d'un vento che pur spento,
su banchi di fango m'addormento
dissi, quel che t'amo rende in me l'ebrezza.
Tace! Ma odo parole;
sul niente mi siedo
pe' l'arsa tristezza,
gelata sei;
sussurra quasi non sente quel niente che odio.
È tardi rende in me solo quel che dona una carezza
non contenta su quel silenzio spargi funesta tempesta.
Ero caduto fra le tue folli mani;
sudai d'un rancore
e così d'un tratto non potei rimembrare il tuo odore.