La scarna ombra
di sguardo d'ambra
ansimava al muro
bramando il futuro.
E l'umane membra mosse
in moto con urla scosse
a me i piedi volse
come altre anime false.
Il fiato di nubi acide
come risate perfide
accompagna la sua ipocrisia
nell'eliminar il diverso detto "pazzia".
La melliflua vocale
incita allo sterminio sacrale
di chi non è l specchio
di quell'animo già vecchio.
Ed ecco che già sorride
mostrando del mondo le gride
raccolte in labile fumo,
vittime d'un cuore di grumo.
E la mia paura
per la triste creatura
mi blocca e mi crolla
nel sogno della folla.
S'avvicina il suo arto
con dita di freddo scarto,
ecco, mi tocca
e il mio io spacca.
Il gelido atto
che nel cuore sfatto
già diventa veleno
nel corpo senza freno.
E mentre mi accascio
e contro il cielo coccio:
"povero mondo, soffrivi"
ma poi, ecco, arrivi.
Il tuo volto di fiamma,
il tuo sorriso, mio stemma,
e dimentico il malvagio
ed il buio diventa miraggio.