Mi chiamo Pino
e abito nel tuo giardino.
Ho 43 anni piantati fa', come te.
Non ricordo chi mi pianto',
ma so' che fu doloroso.
Ascolto i tuoi pianti notturni
E ti vedo far pipi' al mattino,
in silenzio ma parlando:
" questa si' che e' liberta'"
A volte pero' non ti accorgi
Che la fai sulle mie scarpe.
Mi chiamo Pino,
e abito nel tuo giardino.
Ho sentito di amici e parenti
uccisi per il santo natale,
sepolti in tombe
di salotti brillanti,
tormentati pure da morti.
Festeggiano sulla loro carcassa,
con palle fluorescenti
e bimbi sorridenti
che strappano nastri.
Mi chiamo Pino
E abito nel tuo giardino.
Sono un figlio adottivo,
sempre rispettato,
Mai una ridicola pallina
Mai un finta luce sulle mie braccia,
solo le mie pigne secche
profumano il vostro focolaio.