Il giro dell'anima degli uomini,
mai muta perimetro o scansione,
abbiasi a sopravvivere, nei flutti dell'esistere,
di questo viver pratico, scevro d'ogni astrazione.
Principe,
perchè il governar non ti sia mai fatale,
a rifuggire ti devi industriare,
i dogmi inconcludenti della morale,
chè la politica si nutre dei suoi regolamenti,
la religione lascia,
a preti e penitenti.
Golpe tu sarai all'occorrenza,
pronta a vestirsi di indomabile lione,
tale fu e sarà il sogno mio,
disegnato su chi render libera voglia la nazione;
virtù non è
piegarsi ai crocifissi tra mura di conventi,
ma esser più temuti che amati,
se lo richiedano i momenti;
è porre a protezione dello Stato
l'anima di un esercito fidato,
bandir dal proprio potere la malferma natura,
di dotarsi di milizie di ventura.
La terra altro non è che un tenue velo,
di un uomo la cui vera casa è il cielo,
che nel Vangelo respira la morale,
trascendendo ogni frontiera temporale.
No, virtù non è fare paura,
ma coglier di Dio la vera, autentica misura,
smarrita da una Chiesa in preda al male,
delle mollezze del potere temporale.
No, so che la vita mia,
non si arrestò tra le fiamme urlanti,
di piazza della Signoria,
che il popolo può guardare ancor lontano,
se accetterà che Dio lo prenda per mano.
Si chiamavan Machiavelli Nicolò
e fra Girolamo Savonarola,
due modi differenti di disegnare il mondo,
ma un comune destino cesellato
nella mente e nel cuore,
capir l'incerto, tremante vivere umano,
nel suo senso più profondo.