Vorrei parlare una lingua tutta mia, e ridere quando mi chiedi un francese più romantico. Ma queste città sono dei deserti al contrario, e tu sei un vorrei stravolto dalla chirurgia plastica. Io stupido come la felicità, so solo crearti e mai toccarti. Ti vorrei piena di carne e sangue a seccare e smetterla di cucire il tuo vestito con spirali di nuvola(vorrei essere il vento che tiene su i tuoi capelli, qualcuno ride ora). Io andato, sprecato e pallido ti cerco in un deserto di semafori e grattacieli, di vestiti eleganti e impegni d'affari col fegato, di nastri rosa, di buongiorno incastrati trai denti, di voci registrare che in modo gentile t'invitano a stare calmo, è finito il nastro(tremano le mani, non quelle che vedi tu, ma quelle che vedo solo io, quelle che reggono i miei organi). Io che mi muovo, rido e impreco in un deserto lungo come i tuoi capelli, spettinato come i tuoi capelli.