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Scarlet
Scarlet tace.
Il suo silenzio è un mistero
che i più non aspirano sondare.
Ma io sì.
Dicono che Scarlet sia cattivo.
Dicono che ce l'abbia col mondo intero,
e che non sia colpa loro se
se ne sta tutto solo e imbronciato
in una stanza.
Dicono che è stato fatto
tutto quello che andava fatto.
Ma si sbagliano.
Hanno voluto punire Scarlet
per aver complicato tutto.
Ma non è colpa sua se tutto
è davvero molto complicato.
Non è colpa sua se non sa mentire,
non è colpa sua, soprattutto, se
ha un talento nel riconoscere le menzogne.
Scarlet tace ma il suo sorriso non è morto
nelle profondità del suo cuore indurito.
Scarlet ha la pelle coriacea come il cuoio
a proteggere la sua dolce anima di bimbo.
Scarlet... sì ... ha amici che lo amano
maldestri come veri amici, quelli che ti amano
proprio col cuore, non solo a parole,
lontani come un'isola tropicale.
Calda come un sogno
che vale la pena inseguire.
Cocciuto Scarlet.
Ce la farai, lo so. Sono sicuro.
Troppo grande è il tuo bel cuore
per arrenderti a un'ingiustizia,
troppo caldo è il tuo sorriso per non sciogliere
il ghiaccio meschino del nord.
Un giorno salperai per i mari del sud
a bordo della tua inaffondabile barchetta,
in barba al grigio che ti circonda e
ti confina in una stanzetta
e ti etichetta come mela marcia,
scarto di lavorazione da stoccare
nel primo posto che capita.
Che pena!
Che pena mi fa l'incapacità di vedere
l'arcobaleno, il profumo dell'amicizia,
la luce della speranza.
Il cuore grigio vede solo piombo.
Lo compatisco.
Non te! Scarlet, che profondi ricchezza e
Intelligenza e nobiltà d'animo, e che,
in forza di ciò,
un giorno salperai per i mari del sud,
all'avventura,
lasciando tutti con un palmo di naso.
A te non ti compatisco Scarlet!
Condivido il tuo dolore e il tuo sogno,
laggiù verso i caldi mari del sud,
dove si gioca a pallone sotto una pioggia
d'acqua frizzantina.
Ci ho provato mio caro Scarlet.
Ci ho provato con tutto me stesso a dir loro
di lasciarti un po' di luce.
Gli ho offerto un lingotto d'oro zecchino
per te solo, ma non hanno capito.
La tua ricca eredità per loro
non era che patetica immondizia ed io
ignorante ed invadente suddito,
venuto a mendicare una piccola fetta
di quel che più di tutto agognano:
il potere di disporre di una vita.
Che stolti idioti! Stupidi e miopi!
Se penso che ad essi è affidato ciò
che per vocazione e intelligenza
non possono nemmeno comprendere!
Parlavo e parlavo senza speranza
di venir minimamente ascoltato...
Era come descrivere a un sasso
i mille colori dell'anima...
Ed io, ingenuo, non l'ho capito che
troppo tardi.
Pagherai anche questo mio sbaglio
giovane Scarlet?
Ti faranno scontare anche la mia sfrontata
insistenza, che li ha costretti a scendere
dalle loro comode poltrone dorate?
Lo temo più d'ogni cosa.
Perché per loro è fin troppo facile
dar la colpa a te, Scarlet, alla mela marcia,
all'anima nera.
Loro anime grigie succhiano linfa
ai giovani germogli, senza mai
il minimo dubbio che sia la cosa
più giusta.
Ma non voglio più pensare a loro
mio amato Scarlet.
Non meritano nemmeno il disprezzo.
Voglio pensare a te e al tuo
silenzioso coraggio,
al tuo cuore pulsante sotto
la dura scorza.
Voglio cantare la bellezza dei tuoi grandi
occhi bruni e la forza del tuo abbraccio.
Voglio che tu sappia che
non sarai mai più solo mio piccolo
e ostinato Scarlet.
Voglio che continui a pensare che al
sud, in un isola verde e dorata
c'è la tua casa che ti aspetta.
Costruita da te e dai tuoi fedeli compagni,
scrigno dei tuoi tesori e dei tuoi ricordi,
giardino segreto della tua storia.
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- apprezzata, più prosa che poesia

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