Trai nastri di luce
i platani sono diventati i passi
di un'esposizione nell'argento:
dei loro stessi tagli echeggiano
alle nozze tra cristallo e cielo soffiato.
L'azzurro perde memoria
in un fermo immagine
per vibrare tra gli schiaffi delle foglie.
La pelle ascolta
quel che resta
di un istante
per varcare le cadenzate soglie della dispersione:
dopo il sogno siamo appena
-quel che resta
di un momento.
Nella notte
i nervi scoperti del palpito
cedono ad un tempo senza spazio.
Si risveglia l'ombra del sogno.
O l'incubo:
se non attracca
alla bitta uterina
sbanda nel vuoto d'acqua.