orde di calura
devastano gli steli
seccano arbusti,
perdono il fogliame
gli alberi,
mummie ramificate,
le erbe si raggricciano
prive di linfa.
Cappa ossessiva azzurrognola
copre il cielo,
riflette vapori
il grigio asfalto.
S'ode ininterrotto
come fosse scroscio
di ripida cascata,
il fremito monotono
delle cicale.
Un tumulo di mosche
scarnifica il silenzio,
nel fiammeggiante lucore
bruciano i frutti del campo,
delusi i contadini
per il mancato raccolto.
Putrido,
il rasciugato fiume
mostra bavosi fondi,
tra il fango
lento è il gracidar di rane,
sul monte,
mandrie disperate
al bruciato pascolo
fiutano e vagano rinsecchendo.
Ha la terra
la patina sulle labbra,
l'afa sonnolenta
desertifica la sua anima.
Il tutto
par implori
per un miracolo
dal cielo
nella fresca pioggia.