Ancora tu
nei rintocchi
di sandalo
delle meretrici,
nell'afa
che sfiata
dalle mie narici.
E poi
ancora
tu,
nelle ossa spezzate
delle mie giornate
e nell'ingombro
di vie affollate
si compie
la tua venuta,
apparizione muta,
agli altri invisibile
e sconosciuta.
Ancora tu
nell'eccidio
di un tramonto spietato,
che affonda
le sue impronte
e piano
la tua mancanza
strangola
con la sua linea
d'orizzonte.
Ancora tu ad insegnarmi
che nella vita
conta solo
cio' che rende,
che la felicita'
non arriva
ma si prende.
Ancora tu
a togliere
ogni più piccola forza
ad ambedue.
solo tu,
a rendermi,
per quanto tempo e ancora,
il contrario
di due.