Se tu fossi l'apice del mio mondo
cadresti rotolando fino a valle,
perchè non sei la punta acuminata
nel mio ventre
e nemmeno baluardo dove il vento non può niente.
Trascino la mia stasi dove s'arresta il moto
nel punto che si chiama liquida allegria,
per ritrovarti genuflesso sopra al fiore
e ripararlo dal freddo delle mie intemperie.
Come saprei raccogliere fasci di ginestre
adesso che i colori sono gialli
e le mie stanze, aperte e silenziose.