Il cuore stanco di corse in riva al mare
di secoli come morse
passati ad aspettare.
La notte stremata si raccoglie sul cuscino
volteggia un sogno sospeso
sul fare del mattino.
Un contorno leggero, quasi sfumato
un tratteggio straniero
su di un affresco delicato,
e la luce che galleggia
sulle stelle inchiostrate.
Come ragni danzanti tra le lenzuola
spenti i colori che fanno paura,
come bui silenzi dopo una canzone.
Scivolati tra lacrime di un giorno perbene
sui gradini di un sorriso
su una regina dorata in catene.
Il grigio dietro gli occhi è una nebbia fina;
Il giorno sbadiglia da una finestra accesa,
l'ombra di quel volto sparito nella brina.
E rimani li, assopita,
nuda come grano,
svuotata da quell'immagine sbiadita.
Una macchia di sole
si rincorre sui tuoi capelli d'acero,
scivola e si arrende a quella pelle che vuole.
Fuori la vita già si accalca,
spinge e stride più forte
mentre un sorriso tra le pareti sbarca.
Non andar via, resta ancora
sogna ció che non ricordi
cosicchè la felicità non muoia nell'aurora.