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Let's imagine

Mi chiamo Tanemo, ero il più bello, il più logico, il più giovane di tutti. Ben presto venni apprezzato e desiderato, non perché fossi l'ultimo arrivato, ma perché sono sempre stato il migliore.
Un giorno vidi delle oche volare. Non sapevo spostarmi in aria, a malapena camminavo, ma seguendo l'esempio presi la rincorsa e mi staccai dal suolo. Non mi pareva vero, mi ritrovai sopra di loro e, visto la presunzione che mi ha sempre caratterizzato, ne catturai una e tornai a terra. La rinchiusi in una gabbia, le detti da mangiare, finché mi si rivolse un uomo offrendomi del denaro. Gliela consegnai, sicuro di avere la possibilità di ripetere l'operazione. E così feci, e andava tutto bene, i guadagni superavano ampiamente le mie spese, fin quando le oche capirono di venire sfruttate e si unirono tutte insieme per evitare di essere catturate. Invece di vendere loro stesse si dettero da fare e crearono dei beni materiali, erano anche obbligate a cedere le uova agli uomini per procurarsi del denaro, ma almeno in questa maniera riuscirono ad aver salva la vita. Così piano piano le oche iniziarono ad arricchirsi a scapito degli umani, fino a quando riuscirono a ricattare i loro padroni. Io continuavo ad essere importante, facevo da tramite in queste transizioni finanziarie, solo che avevo cambiato le vittime da colpire, ora erano gli esseri umani a restare in debito con me. Ero felice di fare lo strozzino, mi gratificava. Poi un giorno arrivò la mia rovina, quando anche quest'ultimi capirono che era inutile la competizione, anzi dannosa, iniziai a non essere così indispensabile. I padroni si allearono ai servi, oltre che fra loro stessi, e da quel momento io venni mandato in pensione. E gli abitanti terrestri vissero in pace e senza sgomenti.
Spero non dovranno andare in questo modo le cose, mi auspico che non dovremo aspettare il loro cannibalismo, ma so che vivere senza ricatti né sfruttamenti è l'unico modo di affrontare un futuro che non promette nulla di buono, effetto causato dalla cattiva salute del nostro pianeta. Non sono l'unico che sogna un mondo senza soldi, senza sfruttamenti né divisioni, non so se sarà possibile, ma per questo è necessario unirci con i nostri nemici, e sono loro a dover fare il primo passo, noi dobbiamo cercare di soffocare, per quanto è possibile, i rancori verso quelli che sono sempre stati i nostri assassini, e insieme creare un'alternativa possibile. Questo è l'obiettivo a lungo termine, ma per prima cosa dobbiamo creare una rete tra di noi, poliziotti, professori, precari, studenti, lavoratori, giovani e anziani, serve che ci uniamo per evitare la sottomissione. E poi aspettare...
Let's imagine, il futuro non ci offre altre scelte.

 

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