Quando penna e carta mi rapirono ero ancora una bambina, ma ricordo bene quanto difficile fosse la mia vita e quella dei miei in quel periodo.
Da allora nessuno mai ha pagato il riscatto del mio rapimento ed io sono rimasta legata alla scrittura per tutto questo tempo.
Gli albori di questo mio frequentare l'arte di scrivere risalgono agli anni dei drammi in famiglia, i più sofferti.
Scrivendo davo voce alle mie ribellioni represse, ai silenzi forzati ed ai miei diritti negati.
Sono cresciuta, quindi, in un contesto che non dava adito ad alcuna velleità.
Queste vicissitudini hanno determinato in me problematiche fatte di ansie, paure e forti insicurezze, tutte cose che riesco a lenire attraverso la poesia e scritti vari.
Scrivere è un rito antico, un intimo e profondo piacere, un efficace medicamento che dà valore alla vita, è arte pura che nobilita l'animo, cui infonde serenità.
Appagante: potrebbe diventarlo, laddove riuscissi ad esprimere al meglio sensazioni e sentimenti al fine di ottenere la fotografia dell'anima e della mente, come fanno i grandi poeti, che innalzano il pensiero umano ad altissimi livelli fino a renderlo sublime.
"Tu, scrittura, che pure ti riveli a me sonora e rumorosa, il silenzio è per te sì importante ma lo è la parola ancor di più".
Infine, ancora una volta voglio dirvi: "Io amo scrivere! Perché, nei momenti più bui e solitari, la scrittura, compagna di viaggio, sempre mi prende per mano".