Rosy mi aspettava seduta sul vecchio divano, piegata in avanti, i gomiti sulle ginocchia, il viso tra le mani.
Entrai salutandola, ma lei non rispose, tra le lacrime mi guardò, il volto gonfio di pianto.
"Cosa ti è successo? Ancora lui?"
"Sì, e questa volta mi ha picchiato."
Ma come era possibile? Lei così dolce e devota, attenta a soddisfare i suoi capricci, sempre disponibile nel tempo libero, si era beccata degli schiaffi da Rocco perchè lui era nervoso e lei gli si era rivolta in tono più deciso.
Arrivava persino a lavargli i piedi, in ginocchio, per terra, vicino ad un catino di acqua tiepida, li prendeva ad uno ad uno e li asciugava delicatamente baciandoli.
L' avevo pregata di non farlo, non era dignitoso nè per lei, nè per me in quanto donne, ma aveva continuato perchè il suo amore era così grande che per Rocco avrebbe fatto questo ed altro.
Senza dubbio lui era un bel ragazzo moro, longilineo, occhi profondi, ma inquieti. Un carattere schivo, introverso e silenzioso, ti guardava appena quando era costretto a rivolgerti la parola per un saluto o per necessità.
Non mi era mai piaciuto, tantomeno ora che faceva soffrire la povera Rosy!
Costretta ad otto ore di lavoro giornaliero in un negozio del centro, commessa tuttofare, sgobbava dalla mattina alla sera perchè inoltre doveva fare la spesa e cucinare per lui che veniva ogni giorno a trovarla nella casa sulla scogliera.
Avevo comunque intuito che lui non l' amava e questa sua mancanza di rispetto, questo suo egoismo, me lo facevano detestare ancor di più.
Rosy però era presa da lui, dai suoi sguardi sornioni, dal suo sex appeal, così diceva lei.
Finchè un giorno entrai in casa nel pomeriggio perchè la mia lezione era saltata e vidi uscire dalla porta della camera di Rosy, Rocco ed una ragazza sconosciuta.
Rapidamente entrai nella mia stanza soggiorno e sentii i due allontanarsi in tutta fretta. Sicuramente si era consumato un rapporto sessuale nel letto di Rosy, cosa avrei dovuto fare?
Dirglielo senza ombra di dubbio, sarebbe stato doloroso ma necessario.
"Ti devo dire una cosa che non ti farà affatto piacere, ma siccome mi ritengo tua amica devo farlo."
"Dimmi tutto!"
"Oggi Rocco è uscito dalla tua stanza in compagnia di una ragazza."
"Ma come ha potuto farlo? Lei chi era, l'hai mai vista qualche volta con noi?"
"No, ne sono sicura. Aveva un' aria imbarazzata; sono usciti senza dirmi niente mentre io mi chiudevo in camera."
Rosy si rabbuiò: all' espressione di stupore si aggiunse una tristezza composta.
"Non so cosa fare, tu che dici, saranno stati insieme?"
"Ma è evidente, vai a controllare il letto."
Salì le scale in fretta ed aprì la porta della sua camera, dopo alcuni minuti ridiscese stancamente, imbronciata:le lacrime scorrevano lungo le gote rosse.
"Ho trovato dei capelli nelle lenzuola e sono un po' spiegazzate."
"Visto, hai ancora dei dubbi? Lascialo senza una parola, è quello che si merita."
Rosy non rispose, iniziò a piangere silenziosa, composta. L' abbracciai teneramente e sentii la sua magrezza, il suo fragile corpo cominciò ad essere scosso dai singhiozzi e scoppiò in un pianto disperato.
"Ma io lo amo." Ripeteva. Io non sapevo cosa dire.