Maria era sola, una goccia fra tante. Ogni tanto sedeva alla finestra, lo sguardo perso oltre la linea dell'orizzonte. Fu così che si perse nel sogno, pensando ancora una volta all'arte del volo, negata agli uomini per uno scherzo crudele di atomi e molecole mal combinati tra loro.
Nel sogno era un'aquila, le ali grandi stese a fendere l'aria, con pochi movimenti precisi che scoprivano istanti di libertà. Sì, nel suo sogno era felice: tutti i problemi erano lontani, poco più che formiche distratte ed insignificanti. Era felice di poter volare, librarsi sul mondo e guardare oltre l'orizzonte: allora lo vide, e capì che tutto era stato vano.
Al suo risveglio, una lacrima le carezzava la guancia. Aveva dimenticato il suo viaggio nel sonno, ma qualcosa dentro di lei si era spento per sempre.