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Pescatori di omini
Come promesso, Sara mi ha dato un colpo di telefono per decidere cosa fare stasera. Di solito organizzo io le uscite per tutta la comitiva, ma in questi giorni ho studiato un po' troppo per poter pensare a questo, così ho lasciato fare a lei. Considerato che domani ho un esame, non avevo proprio voglia di starmene chiuso in casa.
Poi c'è da dire che Sara ha avuto una magnifica idea, per non dire geniale. Hanno aperto un nuovo locale, in città, senza dubbio il posto più divertente in cui abbia mai trascorso un sabato sera.
Si trova proprio in centro, dietro Piazza delle Aquile, tra il sexy shop e Via Verdi, che segna l'inizio del Borgo Antico. L'edificio in cui è situato, in sé per sé, non è grandissimo, ma si fa notare per la facciata, di un blu elettrico abbagliante.
Appena entrati, ci si trova subito nell'anticamera, dove un ragazzo e una ragazza vendono i biglietti. Per ora sono solo in due, ma quando l'affluenza crescerà - e crescerà, potrei giurarci -, dovranno assumerne perlomeno un altro paio.
Non è possibile fare prenotazioni, né acquistare prevendite (credo che i proprietari non abbiano ancora fatto l'allacciamento alla linea telefonica): o si va lì e si compra un biglietto, o niente.
L'idea alla base di questo posto è, a mio parere, assai semplice e geniale. Nel salone principale, grande all'incirca una volta e mezzo un salone da bowling, ci sono una ventina di cabine, simili a quelle usate dai bambini per prendere i pupazzi, di forma cubica e alte pressappoco fino al soffitto, con uno o due bracci meccanici. Ciascuna di esse è contrassegnata da un numero da uno a 20, che trovate scritto sul biglietto (lo smistamento è rigorosissimo e severamente monitorato).
Dentro ciascuna cabina ci sono, all'incirca, una ventina tra ragazzi e ragazze, il cui reddito familiare supera i venticinque-trentamila euro annuali complessivi. Sono interamente coperti, fino al dorso, di banconote di piccolo e medio taglio, tutte prelevate personalmente dai loro conti bancari.
Il gioco consiste - lo si sarà capito - nel cercare di pescare uno o più di loro dal fondo della cabina. L'impresa non è facile, prima di tutto perché i bracci meccanici hanno poca presa (sono costruiti così apposta), sia perché i corpi dei ragazzi e delle ragazze viene unto ogni sera con diversi oli, sia perché gli altri cercano di impedire alla persona prescelta di uscire, trascinandola verso il fondo, il che porta piuttosto frequentemente a delle risse, sempre prive di conseguenze gravi, dal punto di vista fisico - vengono trattati apposta perché ciò venga loro impedito. Tutt'al più si procurano qualche contusione, o graffio, o livido.
Se volete divertirvi un po' di più - e qui il costo, s'intende, sale un pochino - potete provare a chiudere i forellini dell'aria presenti sulle pareti di vetro della cabina, tranne uno (il limite consentito è di un quarto d'ora, a norma di legge; e, come già detto, il monitoraggio è assai rigoroso): il livello della confusione sale vertiginosamente, in maniera, oserei dire, esilarante.
Oppure provate a spingere uno dei pulsanti che si trovano sul pavimento, ai piedi di ciascuna cabina: attiverete dei simpatici aggeggini, come le piume che fanno il solletico o gli spruzzi di acqua gelida - robetta da bambini, lo so, ma esaltante.
Alcuni - ma io, francamente, lo trovo disgustoso e assai immorale - si divertono a dare da mangiare e bere a chi è dentro la cabina. Considerando che non possono uscire, indossano ovviamente dei pannoloni, che vengono cambiati diverse volte al giorno (lontano dal pubblico, s'intende): chi viene sorpreso a costringere la persona prescelta a espellere i propri rifiuti, o a farle fare di peggio, viene immediatamente espulso per sempre dal locale e trattenuto in custodia fino all'arresto.
In caso di vincita, il fortunato vincitore può far mangiare alla persona prescelta una o più banconote prelevate dalla sua cabina (il limite fissato, prima che si renda necessaria una lavanda gastrica, è solitamente fissato intorno alle 30-40 banconote), dopodiché porta a casa il suo premio. Può tenerlo, però, soltanto per un giorno, il tempo di mostrarlo ad amici e familiari, perché poi (è stabilito per legge) deve riportarlo al locale. Né, s'intende, può toccarlo dopo la vittoria.
Dimenticavo di dire che i soldi dei quattrocento non escono mai dalle cabine, se non per essere lavati, di tanto in tanto: questo è il solo uso permesso. Per la loro salute si fa il massimo - sarebbe veramente noioso se uno o una di essi avesse a perdere, disgraziatamente, la vita: in questo caso, mi hanno detto, si procede con una rapida cremazione, ma non saprei dire cosa accade dopo.
Il "Pescatori di Omini" è il posto più divertente in cui sia mai stato, ed esprimo i miei più sinceri e profondi ringraziamenti, da parte mia e di tutta la comitiva, a Sara, per aver trovato il rifugio più sicuro alle sere più noiose dell'anno.
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1 recensioni:
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- Un racconto surreale che fa accapponare la pelle non capita facilmente. La lettura è consigliata solo a chi ha un cuore forte.
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